di Roberta Tinarelli
Alla scoperta della Majella #1
Serramonacesca, la perla dell’Alento
Eccoci col primo itinerario di Abruzzo in un giorno.
Ho pensato di iniziare proponendovi un giro semplice ma di grande impatto, “testato” qualche anno fa in una domenica d’autunno.
Ci troviamo alle pendici nord-orientali del massiccio della Majella, in provincia di Pescara, là dove le dolci colline della Valle dell’Alento cedono il passo alla dura pietra calcarea, tipica delle nostre montagne.
La Majella – che prende il nome dalla dea Maja – custodisce tra le sue braccia rocciose innumerevoli tesori. È un calderone colmo di natura incontaminata, fauna selvaggia, storia, arte e tradizioni.
Partiamo dalla prima tappa del nostro itinerario: Serramonacesca.
Il paese dista circa 37 km da Pescara e si trova sul dorso di una collina a 280 metri d’altitudine. Siamo nella rigogliosa Valle del fiume Alento, alle porte del Parco Nazionale della Majella.
Serramonacesca vanta origini longobarde, anche se la sua fama iniziò dopo l’856 con la costruzione dell’Abbazia di San Liberatore a Majella. La “serra dei monaci” accrebbe la sua fortuna grazie alle risorse naturali come la quercia (ghiande e legname) e le erbe officinali.
Iniziamo la visita partendo dalla misteriosa chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XII secolo. Nonostante il rifacimento barocco, la parrocchiale conserva preziosi elementi medievali come il leone a guardia dell’ingresso o l’incisione col Fiore della Vita. Se siete appassionati di esoterismo noterete sicuramente l’occhio di Dio nel triangolo, simbolo massonico per eccellenza. Non vi dirò dove trovarlo, divertitevi a cercarlo all’interno della chiesa!
Dopo aver esplorato il centro storico di Serramonacesca, siamo pronti per la seconda tappa dell’itinerario: San Liberatore a Majella.
L’abbazia dista appena 2 km dal paese e si staglia nel verde del bosco con la sua chiara e maestosa mole. L’impatto visivo è già di per sé notevole, ma è varcando il portale d’ingresso che si scopre la vera bellezza. Ci si ritrova in un luogo antico più di mille anni, immersi in un’atmosfera suggestiva, quasi onirica.
Secondo la tradizione fu Carlo Magno a decidere la costruzione dell’abbazia, in segno di riconoscenza per la vittoria ottenuta contro i Longobardi nel 781. L’aspetto medievale è rimasto sostanzialmente intatto, grazie soprattutto ai restauri degli anni ‘90.
La chiesa benedettina è uno splendido esempio di romanico con campanile quadrato e interno diviso in tre navate e altrettante absidi. Oltre ad ammirare gli affreschi, il pulpito in pietra e lo straordinario mosaico pavimentale cosmatesco, v’invito a cogliere i particolari meno evidenti come i graffiti lasciati dai pellegrini su pilastri e pareti nel corso dei secoli.
Ci lasciamo arte e architettura alle spalle per immergerci nella natura. Dal monastero imbocchiamo il sentiero per le Gole dell’Alento, inoltrandoci lungo il letto del fiume. Man mano che il bosco s’infittisce la parete rocciosa si fa sempre più alta, finché giungiamo in un canyon alto circa 20 metri. Il complesso rupestre ospita cinque caverne artificiali, di cui tre tombe ad arcosolio realizzate da monaci ed eremiti durante il Medioevo.
Da qui proseguiamo la passeggiata nella Valle dell’Alento attraverso un sentiero facile e agevole. Tra piccole cascate, pareti di muschio e alberi secolari ci imbattiamo nei resti della Torre di Polegra e, magari, anche in qualche esemplare di capriolo, volpe, scoiattolo o ghiro.
Finita la prima parte dell’itinerario, facciamo marcia indietro (25-30 minuti) e ci fermiamo per la pausa pranzo. Potete scegliere uno dei ristoranti di Serramonacesca e approfittare per assaggiare i piatti tipici come arrosticini, pecorino o le mitiche “pallotte cace e ove”.
Se preferite il classico e veloce pranzo al sacco mi permetto di farvi una raccomandazione: non sporcate! Lasciate il bosco o il prato come lo avete trovato, anzi possibilmente anche meglio – la Majella ve ne sarà grata!
A pancia piena e dopo un bicchierino di Genziana o Ratafia possiamo riprendere il cammino.
Per smaltire il pranzo non c’è niente di meglio che mezzora di camminata. È il tempo che serve per raggiungere la terza tappa: l’Eremo di Sant’Onofrio.
Niente paura, seppur in salita anche questo percorso si affronta tranquillamente ed è alla portata di tutti. Arrivati a 725 metri, scorgiamo l’agognata chiesetta rupestre, incastonata come un gioiello nell’aspro calcare. L’edificio è opera dei monaci benedettini e la sua costruzione oscilla tra XI e XIV secolo.
Se l’esterno è incantevole, l’interno è assolutamente affascinante. Il silenzio della montagna regna sovrano e la nuda pietra fa da sfondo al piccolo altare dietro il quale si cela la grotticella con la “Culla di Sant’Onofrio”. È su questo giaciglio che i fedeli si sdraiano in cerca di sollievo da acciacchi e malanni. Uscendo dalla chiesa e ripercorrendo il sentiero al contrario vi suggerisco di guardare dove mettete i piedi perché potreste incontrare le “orme di Sant’Onofrio”.
A conclusione della nostra escursione vi propongo una tappa un po’ insolita e poco conosciuta: Castel Menardo.
Da Serramonacesca ci spostiamo in Contrada Brecciarola, lasciamo l’auto nel piazzale e iniziamo il sentiero nel bosco di circa mezzora. Dal suo sperone roccioso, la rocca dominava l’intera valle a protezione dei possedimenti dell’abbazia. La datazione è incerta, ma va approssimativamente dal XII fino al XV secolo, epoca del definitivo abbandono.
Siamo così giunti al termine della nostra esplorazione; ci lasciamo Serramonacesca alle spalle per riprendere la strada di casa – o del b&b – in attesa del prossimo viaggio.
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A presto e buona esplorazione!
Tappe aggiuntive/sostitutive: Santuario del Volto Santo di Manoppello
Idee per concludere in bellezza: aperitivo o cena in un ristorantino di Chieti o sul lungomare di Pescara.
Come arrivare a Serramonacesca: autostrada A25 – uscita Manoppello – SS5 Tiburtina – SS539 – indicazioni per Serramonacesca.
Info e approfondimenti:
Feste e sagre di Serramonacesca:
- 12 giugno, Processione di Sant’Onofrio
- Seconda settimana di luglio, Festa dell’emigrante
- Terza domenica di settembre, Festa del Santo Liberatore
- 31 ottobre, Sagra della zucca
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